Number forty!
Friuli Venezia Giulia-The contest.…e così siamo arrivati alla quarantesima gara…
La cosa, non lo nascondo, mi fa stanchezza solo a leggerla, ma si sa, dopo ogni gara si formano dei capannelli di uomini consumati dalla stanchezza che a denti stretti giurano:
“Questa è l’ultima! Non è possibile 1. mettere in crisi dei matrimoni per andare in gara, 2. una volta in gara lamentarsi che si poteva stare a casa, 3. che siamo proprio dei cogl… una volta il week end andavo a donne (che poi anche li ci sarebbe da indagare), ora mi circondo di uomini spesso brutti e maleodoranti, 4. che non si dorme niente, 5. che butto via un sacco di soldi”.
Vi risparmio i rosari che si crepano al momento di fare su fagotto. Si fagotto…ci sono squadre che non nominerò (i Luna smoke bbq team) che credo paghino 1000 euro di IMU per il trilocale che ogni volta montano in gara. Una cosa che mi dà la forza di continuare è mettermi seduto davanti al loro gazebo a fine della gara e vedere cosa hanno da smontare, una sorta di Taj Mahal, mi sento molto fortunato. Vi voglio bene ragazzi.
Ma si, le gare sono così, il livello organizzativo in termini di facilities probabilmente è inversamente proporzionale al numero dei contests. Le squadre più anziane sono più spartane. Un esempio su tutti: Oddone “T Rex” Alessandro, degli amici Smoking Bad bbq team. In gara lui e suo figlio, lui dice che viene “per il ragazzo”, fatto sta che il suo setting era: 1 smoker (WSM 57) + 1 gazebo + 1 figlio (per non sapere nè leggere nè scrivere ho già avvisato il telefono azzurro, che siano loro a decidere).
Ma veniamo a noi.
Punto 1: ricerca spasmodica di un mezzo di trasporto
Solita “organizzazione” Bros hog.
Qualche inconveniente ci obbliga a noleggiare il furgone invece di prendere il solito fornito gentilmente dagli amici di Forcellini Allestimenti; poco male, per fortuna basta pagare. Un inconveniente più delicato è invece quello che tutta la nostra attrezzatura è in mano a Carlo, e per la prima volta dal giugno 2015, a questo giro non sarà dei nostri…
Dopo aver rischiato il divorzio con tanto di lesioni fisiche da parte dell’amata Dona (io ti voglio bene Dona, ti prego non ti arrabbiare mai con me) perchè ha tentato con una sua solita supercazzola di giustificare alla moglie (sempre sia lodata) che, alla fine, al settimo compleanno del primogenito poteva anche mancare, “che se ci pensi bene è un evento ricorrente”, ha provato a suggerire una partenza attorno alle 22-23 di sabato sera, ma alla seconda testata tra zigomo e tempia ha desistito (io sto con Dona).
Quindi cosa fare? Chi avrebbe guidato il furgone visto che anche il fido Valter non sarebbe arrivato prima delle 18 del sabato? Chi avrebbe potuto recarsi su un campo gara senza avere già le sue cose da caricare? Ma dei giudici!
Il pensiero è corso subito ai Blues Brothers del barbecue: Il Carletto (Sensi) e il Paolino (Sinigaglia). Già da questa scelta potete misurare il livello di pianificazione della gara in casa Bros hog: fino all’ultimo ho seriamente pensato di sentirli chiamarci da Jesolo, sede della gara di giugno.
Invece tutto liscio, alle 13-13.30 i due Master Judges erano in campo gara con tutta l’attrezzatura necessaria. Brividi. Diteci voi quanti teams hanno due Master Judges come autisti!!!

Carlo Sensi e Paolino Sinigallia ai lati: the Master Judges!
Sull’altro fronte Alessandro mi raggiungeva a Ferrara da Roma il venerdì sera con 3 splendidi maritozzi made in Bonci, esagerati. Dormiamo, Ale un pelino meno perchè Anna e Leo edotti sulla presenza di Ioio (così lo chiama Leo) si sono alzati alle 6 am per andare amorevolmente a sfrucugliarlo. Al mattino di sabato partiamo per Lignano.
Valter, come vi dicevo ci avrebbe raggiunto nel tardo pomeriggio.
Punto 2: un gara senza Carlo e il brisket
Vi confesso che questa cosa mi ha mosso un po’ di inquietudine. Vero è che abbiamo una certa esperienza, che ciascuno di noi è in grado di fare un brisket, ma in gara le cose sono diverse. Si sa, quando il titolare della preparazione manca ci si adatta tentando di portare a casa il risultato. Ma, e c’è un ma, aveva/avevamo deciso di cambiare la ricetta del brisket. Dopo un solo test a casa Carlo era convinto che questa variazione avrebbe portato più stabilità a una preparazione che negli ultimi mesi aveva avuto un andamento altalenante. Cacchio proprio a sto giro mi sono detto?!? Quindi si aggiungeva un’ulteriore, pesante, variabile. Carlo ci fa arrivare in gara un brisket trimmato alla perfezione, una roba che caro chirurgo della Mayo Clinic levati. Vi dico solo che a fine cottura lo abbiamo tagliato così com’era e messo nel box, insomma a tutta fetta, con bark e smoke ring che facevano un conturbante 360. Bello. Ale ha seguito la preparazione e devo dire che è stato preciso, lui che di solito non si cimenta con i pezzi grossi, e mi ha consentito di lavorare serenamente al mio pork. Come in ogni buona famiglia, tuttavia, al momento clou (decidere se era pronto per il rest) ci siamo ritrovati tutti e 3 davanti allo smoker con una sonda in mano per punzecchiare la bestia decidendo che, si, era il momento giusto.

Ale, il Doc e Valter
Punto 3: pollo, ribs e pork
La nostra gara come al solito inizia alle 5 a.m. della domenica mattina. Suona la sveglia, arriviamo in campo gara alle 5 e 20′, tiriamo fuori gli smokers dal gazebo (per il timore che si riempissero di acqua per la pioggia della notte li avevamo parcheggiati all’interno). Come da rodatissimo ruolino di marcia il pork entra in cottura alle 6 e 15′ e quindi seguono brisket, ribs e in ultimo il pollo. Tecnicamente tutto fila liscio, nessun inconveniente, tempi rispettati.

Inizia la rumba, da li a poco il pork entrerà in cottura
Il pollo
Personalmente esprimo qualche dubbio sul taste, a mio parere un pelo troppo caratterizzante e quindi pericolosamente divisivo, della serie che se trovi il giudice giusto ti può sparare alle stelle, se trovi quello sbagliato alle stalle. Questa è una caratteristica da evitare come la lebbra.
Non credete a quelli che vi raccontano: “devi stupire!” “fanno un morso, devi fargli girare gli occhi!” “deve esplodere in bocca!”.
A volte, sulla scorta di queste considerazioni, si spinge a manetta (errori che vi racconto perchè li sento bruciare ancora sulla pelle) perdendo di vista l’EQUILIBRIO.
Se dovessi in due parole rispondere alla domanda: “ma qual’è il flavour profile corretto?”, urlerei ““L’EQUILIBRIO”.
Il mantra è non fare arrabbiare nessun giuduce. Meglio essere normali che fastidiosi. Non è andata bene anche se, in tutta onestà, credo che il pollo sia stato penalizzato forse un pelo troppo (19°) ma ci sta. Abbiamo molte idee, la strada è buona e credo che sia chiaro dove lavorare.
Una vita da mediano
L’ho ripetuto spesso nei nostri brain storming: mai farsi prendere dal protagonismo, le 4 preparazioni devono lavorare prima di tutto sull’overall, non sulla classifica di categoria. È la squadra che deve fare risultato, non la TUA preparazione, per quella hai tempo.
Nel mentre, devi farla lavorare da “mediano”. Deve aiutare il team. Una preparazione che sta spesso in call non necessita di variazioni radicali, ma solo di progressive e puntuali modifiche che la mantengano in call e magari con calma la facciano progredire verso le prime posizioni, aspetto comunque auspicabile ma non fondamentale.
Vi racconto questa: i primi anni, Ale e Carlo mi prendevano in giro per la mancanza di exploit. Il mio pork arrivava sempre, ma non sfondava mai. In un certo momento storico, era l’unica preparazione a non aver ancora vinto un 1 posto di categoria. A gennaio 2018 avevo collezionato al massimo secondi posti, e mi chiamavano il Toto Cutugno del BBQ.
Figuriamoci… per un competitivo malato come me era come soffiare sul fuoco, ma d’altro canto il pork continuava a rimanere stabile, tanto da tirare giù molto raramente la squadra nella classifica overall. Calma e gesso, ho continuato sulla mia strada aggiungendo/togliendo/cambiando solo una cosetta alla volta (e da lì, di 1° posti ne sono arrivati quattro, di cui due nelle ultime 3 gare).
Le ribs
A sto giro partivano male. Per una incomprensione con il macellaio non ne avevamo di fresche ed abbiamo dovuto ripiegare su ribs congelate che Ale aveva a casa. Questo forse rappresenta il problema minore… la realtà è che erano ribs “per test”, veramente bruttine, sarebbe stato difficile tirare fuori qualcosa di buono. Qui, nonostante un profilo taste che ci piace, paghiamo qualche problemino tecnico sull’esecuzione in H&F, sicuramente in parte riconducibile ad una materia prima sempre diversa e spesso non all’altezza dell’ambito competitivo. Ma la quadra prima o poi arriverà, ne sono certo.
Il pork
Materia prima più che dignitosa, ho visto di meglio ma non mi posso lamentare. Anche qui ho messo in tavola qualche variazione su un tema che nell’ultimo anno e mezzo ci ha dato diverse soddisfazioni, a noi è piaciuto e pare anche ai giudici (1°, score 178,3 su 180).
Ho ancora diverse idee per sviluppare la ricetta, perchè mai come in questo contesto chi si ferma è perduto. Ormai, questo si può dire per tutte le preparazioni, il livello si continua ad alzare ed i “pork-men” italiani sono sempre lì a piazzare risultati, è dura confermarsi.

La scelta dei pezzi per il box pork
E il brisket?
Un terzo posto che vale più del numero in sé. Ci serviva ri-trovare la quadra su una preparazione che si era sempre battuta egregiamente fino a raggiungere il posto di Gran Champion Europeo nel 2017 (ITOY EUROPE). Vuoi le indicazioni perfette del buon Carlo, vuoi il grande impegno di Ale ed il lavoro di squadra che ha messo quel poco che mancava, il risultato è arrivato. La classica morale della favola. Bravi bros.
Perchè andarci? In gara…
Domanda che ci facciamo ed alla quale rispondiamo dopo ogni contest. Si, perchè ogni gara ha un motivo nuovo o diverso… questa è la quarantesima quindi un bilancio è significativo e doveroso.
Chi non frequenta i campi gara non può nemmeno immaginare quali emozioni provochi una gara. Oggi per me/noi la cosa è certamente meno impattante, ma vi giuro che ciascuno di noi ricorda in modo fulgido quale sia l’adrenalina, la soddisfazione, l’orgoglio che scaturisce da una buona prestazione, in primis giudicata subito alla chiusura dei boxes, poi i giudici diranno la loro. Perchè ci si sente come in “battaglia”, un team, un’unione di intenti finalizzata ad ottenere il risultato migliore: vincere.
Sono queste le cose che fanno caricare col sorriso (sto romanzando ehh) il furgone ai Luna Smoke, che fanno ritornare al sottoscritto la voglia di gara. Fatemi aggiungere a tutto ciò anche quella serenità che da diverse gare ci accompagna, stato d’animo che deriva dalle tante gare fatte, dagli automatismi, dalla consapevolezza che comunque può accadere di tutto, quindi relax.
Ma fatemi aggiungere un altro aspetto. La condivisione, parlare di bbq con persone appassionate. Spesso capita di accennare qualcosa a qualche conoscente curioso e dopo un paio di parole sbattere sul suo evidente e precoce disinteresse. Noi vecchie volpi ormai non iniziamo nemmeno, anzi tendiamo a dire:”ma si, sono cose da svalvolati, lascia stare…”.
In gara no. In gara sei nella Gardaland della discussione ossessivo-compulsiva di ogni aspetto che riguardi il bbq competitivo. Bellezza!
Non ho un carattere facile e mi scazzo rapidamente, ma se c’è una cosa che amo è quella di condividere una passione. Se ci pensate bene sono poche le passioni che si sublimano in solitaria (non fate pensieri sconci). È il confronto, la condivisione, il “viverle insieme” che spinge al massimo il piacere di mettere in pratica la “passione”. Senza questo “racconto” sarebbe tutto meno entusiasmante.
Fatemi raccontare una cosetta. Per amicizia, e per contiguità, mi è capitato di stare sotto la tenda con gli amici Psycho Dog BBQ Team: Massimo, Peppe, Ilaria e William. Vederli lavorare, stare sul pezzo, la loro passione che va oltre i primi risultati magari anche un pò deludenti, mi ha rasserenato, tutte cose che hanno reso l’uggiosa e bagnata domenica mattina meno triste. Chiacchiere sul come, sul perchè, Massimo che mi ha fatto provare rub a tutta randa, asfaltandomi la bocca alle 8 am, dopo un paio di caffè gentilmente offerti da Peppe e Ilaria, vi voglio bene ragazzi.
Appunto, il caffè. In campo gara al mattino il caffè è come l’apparizione dell’Arcangelo Gabriele di fantozziana memoria. Qui nasce una richiesta: Cari organizzattori di gare bbq, perchè non garantire sistematicamente caffè caldo e croissant al mattino? Lo preferirei al Jack, come credo molti altri. Dai, fateci felici.
Un caffè, un paio di sigarette in compagnia, bello. Mi sono rivisto nei loro dubbi e nelle loro preoccupazioni. Ma una cosa mi preme sottolineare, la loro umiltà. Pregio che spesso fa il paio con intelligenza, l’intelligenza che ti fa chiedere, ti fa confrontare, che ti fa migliorare. Ragazzi è stato un piacere discutere di bbq con voi, analizzare quella che per noi è stata una folgorazione, la cottura Hot & Fast. Ahhh, dimenticavo, i ragazzi hanno spaccato con una walk sulle ribs (3° posto), prima volta per la squadra, e una call sul brisket (5° posto) per un ottimo 5° posto overall. Grandi!
Tiriamo le somme
Volete sapere come siamo arrivati alla fine? Importa veramente qualcosa?
Si, importa, de Coubertin era un bugiardo, e lo sapeva.
Siamo arrivati 3 overall, risultato che giudichiamo buono, peccato per uno scivolone con il pollo e un mezzo inciampo con le ribs, quando arrivi li dietro basta poco per salire sul podio che conta, ma tant’è.
Lo faccio alla fine perchè rimanga più chiaro, complimenti ai Friuli Violent Grillers barbecue per il loro impegno e la buona riuscita del contest, bravi ragazzi, a proposito di garra! Un abbraccio a due persone speciali del mondo bbq: Faustino e Angelo, ragazzi vi vedo bene insieme, ma spero prima o poi l’idillio finisca, cosa probabile visto la particolare promiscuità del Pin. A parte gli scherzi, complimenti, gran gara!
E che dire degli Smokey Monkey bbq team? Azz, prima gara del team friulano e piazzano subito un gran colpo, Reserve Gran Champion, secondi. Meco! Bravi ragazzi, non continuate così (ahahah).
Un ringraziamento ai nostri sponsor Eurofokus. Rimaniamo fermamente convinti che parte del merito ad ogni gara vada al suo fantastico quebracho blanco, che poi con il nostro brand sul sacco è ancora migliore (hihihi!). A Verdearredo per i dispositivi Napoleon assolutamente funzionali alla nostra Hot&Fast. A Grillgold per quel legno di affumicatura che firma con la sua eleganza le nostra preparazioni.
Infine il solito grazie speciale al nostro OhMyRub, fedele compagno di gara…
Come dicono gli ammmerigani, the contest is in the books.
Next stop: Jesolo!
#wearebroshog