Amo il girarrosto!
Ecco, l’ho detto! Amo il girarrosto perchè mi ricorda i profumi di quand’ero bambino, ed in paese c’era la Polleria che vendeva le carni bianche crude e “IL POLLO ALLO SPIEDO”.
In quei tempi non ero ancora avvezzo alle cotture indirette; con papà facevamo la classica grigliata all’italiana, in una sorta di “camino” in acciaio che avevamo in giardino, ma QUEL pollo arrosto, che ci concedevamo di tanto in tanto, era, tra quelli quelli che oggi chiameremmo “comfort food”, probabilmente il mio preferito.
Da quando ho il mio Napoleon Prestige 500, invece, il girarrosto a casa mia è una piacevolissima consuetudine:
Piace a tutti, costa poco, è veloce da fare e praticamente esente da sbattimenti vari.
Con la giusta dose di potenza di fuoco (e il mio ragazzo ne ha da vendere) ed un girarrosto, è facile togliersi parecchie soddisfazioni.
Il pollo è solo il (buonissimo) punto di partenza, ma possiamo spaziare dalle porchette a conigli interi, ad ananas, persino alla picanha.
Se c’è uno spiedo che gira, persino uno “svuotafrigo” diventa possibile e desiderabile.
Se a questo devo trovare un “neo” , probabilmente penso a quello legato alle dimensioni. A casa mia siamo due adulti e due bambini, e francamente non sempre mi scalda il cuore l’idea di cucinare quantità di cibo che poi finirà irrimediabilmente congelato. Se possibile (in assenza di abbattitore che prima o poi mi concederò) preferisco mangiare cibo non rigenerato.
Per questo motivo mi sono entusiasmato alla vista di questo accessorio:
Che cos’è è presto detto.. si tratta di un supporto (da applicare a qualsiasi spiedo di qualsiasi girarrosto) che consente di cucinare, in rotazione, 6 spiedini lunghi 45 cm.
Ho figli piccoli, e non vi nego che la prima cosa a cui ho pensato è stata “finalmente posso cucinare spiedini con ingredienti e piccantezze diverse!”.
Sono sincero, non nutrivo grandissime aspettative (spiegherò più avanti perchè), di conseguenza ho deciso di provare il prodotto con degli spiedini super standard. Nessuna “ricetta” per voi, mi spiace, ma solo una sincera opinione su questo prodotto.
Ho acquistato i miei ingredienti freschi:
- Petto di pollo
- Salsiccia
- Coppa di mailale
- Peperoni dolci
- Cipolla rossa
e successivamente li ho tagliati nel modo più regolare in cui sono stato capace:
A quel punto, facendomi aiutare anche dai bambini, per cui è stato un piacevole passatempo, ho composto i miei spiedini:
Naturalmente, approfittando della totale libertà nella composizione, ne ho fatto qualcuno senza peperoni e cipolla per i più piccoli.
Era quindi il momento di andare in cottura.
Il mio Napoleon Prestige 500 ha un bruciatore ad infrarossi posteriore, indicato specificatamente per essere utilizzato con il sistema rotisserie.
A “termometro”, l’accensione del solo bruciatore posteriore porta la camera di cottura a circa 150°C, ma la realtà è che il calore trasmesso per irraggiamento allo spiedo è notevolmente superiore e consente di avere una cottura estremamente uniforme senza rischiare noiose bruciature.
Uniformità: ecco dove mi ero “inceppato” mentre guardavo questo prodotto…
Dovete sapere che una volta montati i “due dischi” sullo spiedo del vostro girarrosto, e regolati in modo che stiano ad una distanza comoda per tenere in posizione gli spiedini, quest’ultimi verranno fissati ai “dischi” e non avranno una rotazione autonoma, ma “si limiteranno” a girare unitamente al girarrosto. Questo in me faceva sorgere un paio di interrogativi non banali:
Ma se gli spiedini ruotano solo sull’asse del girarrosto e non sull’asse di ogni singolo spiedino, in pratica danno “alla fiamma” sempre lo stesso lato?
Si, esattamente. Oddio, è vero che quando lo spiedino ruota lontano dalla fonte di calore gli mostra il suo lato opposto, ma è vero anche che A) è più lontano, B) ha altri spiedini davanti che “lo coprono”:
E se gli spiedini mostrano al calore sempre lo stesso lato, non avremo una cottura non uniforme? Con il lato esposto all’esterno decisamente più cotto del lato interno? Forse sarà necessario “girare gli spiedini” a metà cottura?
Beh, la domanda aveva un senso e francamente ho seguito quanto e più del dovuto la cottura per accertarmi di questa cosa (ed eventualmente correre prontamente ai ripari).
Oggi, dopo la cottura (e l’ottimo assaggio), la mia risposta è:
No, non serve. La cottura È uniforme!
Come può essere? Cottura uniforme nonostante la diversa esposizione?
Si, e la risposta è sempre nei nostri cari e unici 3 tipi di trasmissione del calore:
Questi ignari e benedetti spiedini sono investiti da tutti e 3 i tipi di calore, è questo che rende la cottura così uniforme!
Ripassiamo insieme:
Calore per convezione: cuciniamo a coperchio chiuso, come ho precedentemente detto la camera si assesta intorno ai 150°C, pertanto questo contribuirà alla cottura uniforme di tutti i pezzi.
Calore per irraggiamento: il mio bruciatore posteriore ad infrarossi investe ignorantemente gli spiedini con una violenza ben superiore a quei 150°C, e questo contribuisce ad avere un’ottima reazione di maillard e naturalmente un colore invitante.
E il calore per conduzione? Ok, gli spiedini sono “infilati” su uno spiedo in acciaio, che certamente si scalderà e trasmetterà calore anche alla carne, ma è un valore significativo?
No… direi che è un calore abbastanza trascurabile. Forse potrebbe portare un pò di calore “al cuore” ma certamente non risolverebbe il problema della diversa esposizione esterna al calore.
In realtà, ciò che ci aiuta enormemente nell’ottenimento di una cottura uniforme sono I GRASSI.
Avete presente le fiammate di quanto cuocete qualcosa in cottura diretta? In quel caso abbiamo grasso bollente che per gravità cade sulla fonte di calore e si incendia.
Non tutte le carni hanno una componente grassa importante, ma certamente la hanno la salsiccia e la coppa di maiale che ho utilizzato. È bastato intervallare le carni più grasse con quelle più magre per far si che i pezzi letteralmente si “fondessero” tra di loro. La rotazione ha fatto il resto. Grazie alla rotazione, infatti, il grasso che normalmente sarebbe gocciolato giù ha continuato a girare intorno ai miei pezzi di carne, irrorandoli a 360°. Trattandosi di grasso estremamente caldo, il risultato ottenuto è stato quasi quello di una frittura.. ovvero una crosticina saporita e croccante fuori, unita ad un interno ancora morbido e succoso.
Inutile dire che questo sarebbe già sufficiente per preferire questi spiedini a qualsiasi “prodotto commerciale”, ma poi volete mettere la gioia derivante dalla libertà?
Io sono rimasto sul banale, avevo necessità di porre l’accento sull’accessorio e non sulla ricetta con qualcosa che “tutti conoscono”, ma non state già pensando a quante possibilità ci riservino questi spiedini?
I prossimi che ho voglia di fare sono degli spiedini di gamberi e pesche… e voi? Chi ha voglia di suggerirmi un abbinamento?