Brew’n’q rappresenta per noi la seconda back to back della stagione, 7 e 8 contest del 2018, esattamente il viatico tra la prima e la seconda metà di una stagione che si preannuncia lunga ed estenuante.
In questo caso, il day 1 è un invitational, chiamato “la Champions League del BBQ“, riservata ai GC dell’anno precedente. La seconda gara è invece un Open.
Il contest, organizzato splendidamente da Scott e Lyndz Lane è ospitato dal National Brewery Centre di Burton Upon Trent, nello Staffordshire.
Brew’n’q dell’anno scorso rappresentò il nostro esame di maturità, il momento in cui capimmo di poter giocare con i grandi, ma quest’anno ci arrivavamo con uno spirito un pò diverso.
I grandi presupposti di inizio stagione, in cui lo splendido GC di War of Barbeque con 180 pork faceva da eco agli splendidi successi del 2017, non hanno trovato conforto nelle gare successive, per cui arrivavamo a questo appuntamento con molta umiltà, una notevole dote di stanchezza e la consapevolezza di avere certezze solo su due preparazioni.
Giunto per primo in terra d’Albione, sapevo di dover attendere per qualche ora il Doc prima di poterci finalmente dirigere a Nord.
Eppure dopo l’esperienza di Tallya avrei dovuto ricordare di non fare mai programmi che prevedano l’attesa dell’aereo del doc!
Anche questa volta ritardo, anche questa volta attesa infinita in un parcheggio…
Se già la stanchezza faceva capolino, dopo quel momento ha preso il sopravvento.
Quando finalmente il mio telefono squilla e mi accingo ad avvicinarmi agli arrivi, per poco non faccio un frontale con un pullman.
Guidare a sinistra non è così terribile se hai altre auto davanti ed una macchina col cambio automatico, ma ovviamente non era il mio caso.
Finalmente potevamo dirigerci verso Nottingham, dove avremmo dormito per poi ricongiungerci il mattino dopo con Ale, che avrebbe dormito a casa di un vecchio amico.
Saliamo a bordo dell’auto noleggiata da Greenmotion. A parte che era veramente un cesso di macchina (non faccio nomi per evitare di offendere qualche lettore proprietario) l’autonoleggio (che ha ben una stellina e mezza sulle recensioni online) ce la consegna sporca e piena di graffi. Quando lo faccio notare mi rispondono sorridendo che è meglio per me, così sarà più difficile che io ne faccia di nuovi. Beh, a guardarla da questo punto di vista, nulla da dire.
Peccato che questo noleggio, il più conveniente che avessi trovato, prevedeva una caparra da bloccare sulla carta di ben 1750 sterline (circa 2000 euro), cifra che supera abbondandemente il plafond della nostra carta.
Per questo motivo, abbiamo dovuto abbattere la franchigia spendendo ulteriori 72 sterline.
Da ora in poi leggeremo meglio le righe piccole!
Giunti a Nottingham, io e il doc decidiamo di concederci una schifezza.
Ci aspettavano 3 giorni di barbecue, volevamo dei carboidrati.
La nostra scelta ricade su Pizza Hut, che nonostante l’età e i viaggi, nessuno di noi due aveva mai assaggiato.
Una smaialata esagerata, sarei ipocrita a dire che non fosse gustosa, anzi.. il gusto era decisamente “forte”.
Al mattino dopo, uscendo dal nostro hotel immerso in un parco, proseguendo su una stradina totalmente libera, mentre chiedo al Doc di mettere Tracker di Mark Knopfler, vedo da lontano uno che punta dritto su di me.
Ci metto qualche secondo a capire che in realtà sono io che sto andando addosso a lui!
Vedo alla mia destra uno splendido prato inglese a filo strada e mi ci butto con una sterzata. In tutto ciò, lui passa e non suona, non lampeggia, non smadonna… l’aplomb inglese esiste ed era in quella macchina!
Quando finalmente arriviamo sotto casa dell’amico di Ale, iniziamo a chiamarlo ma non risponde. Dopo mezz’ora d’attesa, quasi preoccupati dato che ci stava aspettando, decidiamo di scendere e suonare al citofono, salvo apprendere che nessuna abitazione aveva un cognome sul campanello!!
Quando finalmente il team leader si rende conto che dovevamo essere arrivati e controlla il cellulare, stiamo aspettando già da un quaranta minuti!
Poco male, ci diciamo. A Burton secondo le previsioni piove, e dovrebbe smettere all’una. Bene, andremo per quell’ora.
Giunti sul campo gara, troviamo il nostro gazebo già montato dai nostri amici e vicini di tenda Brig Boys, non ci resta che mettere tutto a posto e dedicarci al trimming.
Nonostante le condizioni atmosferiche non siano favolose, l’ora di fuso in più ed il fatto di essere più a nord, fanno sì che alle 10 ci sia ancora luce.
Passiamo il dopo cena alla birreria che ci ospita unitamente alla nostra little Italy composta da Paolo e Francesca, Salvatore, Carlo, cui si aggiunge il grandissimo Roger Sanderson.
Inutile a dirsi, protagonista della serata la famosissima frittata di pasta di Salvatore Porzio!
Il mattino dopo, tutto procede secondo programma.
Siamo veramente felici dei nostri box, nonostante sappiamo che il pollo ha qualche problema.
Memori dell’anno scorso, nessun esercizio di stile inutile.
Abbiamo messo nel piatto quello che sappiamo fare, nè di più, nè di meno.
Durante le calls, il chicken passa senza essere chiamato (e ce lo aspettavamo), le ribs vengono chiamate all’8 posto, il pork è chiamato quinto, confermando di essere ormai una sicurezza. Manca solo il brisket, fino ad oggi la nostra preparazione migliore. Abbiamo davanti moltissimi team ma sappiamo che se dovesse arrivare tra i primi riusciremmo certamente ad entrare in top 5 overall.
Le call continuano a salire, so di non essere da “no call”, il cuore inizia a palpitare, eppure una volta chiamati tutti, il mio nome non c’è.
Resto basito, non me lo spiego. Il mio brisket è finito diciannovesimo e ci ha condannato ad un undicesimo posto overall, ancora una volta un gradino fuori dai primi dieci.
Mi spiace, soprattutto non avere comment card, ma poi vedo che il migliore del mio tavolo, sul brisket, è finito decimo, il che è strano in un contest invitational di livello così alto.
È la seconda volta consecutiva che il mio brisket cade così, peccato.
Resta la soddisfazione per il grandissimo pork e per un miglioramento sulle ribs.
Nel contempo applaudiamo l’ennesima prova pazzesca di iQ, GC, e la grande prestazione di Smoke and Fire, RGC davanti al solito Bunch of Swines.
È emozionante, non solo per la voce di Scott, non solo per la musica della Champions che mette sempre la pelle d’oca, ma soprattuto perchè TUTTA LA PLATEA si alza in piedi e accompagna Richard su ogni passo che percorre lentamente dal fondo della sala, dove si trovava, fin sul palco.
Il giusto tributo ad un campione straordinario.
Sappiamo che il giorno successivo potremo migliorare alcuni aspetti e prenderci qualche soddisfazione.
Il pomeriggio di sabato è davvero ricco di eventi collaterali.
Presso la tenda dei nostri amici De Filous va in scena uno splendido open bar con tanto di musica dance e ventilatori che soffiano vapore acqueo!!!
Che spettacolo, troppo divertenti!
Più tardi, invece, siamo noi a portare un pò di Italia all’estero grazie agli arrosticini offerti da Jubatti carni, cucinati per noi da Salvatore Porzio e serviti ai nostri amici da tutta Europa.
È il dopo cena però che ci offre uno spettacolo speciale.
All’interno della birreria, infatti, è stato predisposto un maxi schermo per la finale di Champions League, protagonisti Real Madrid e Liverpool, di cui Scott e Lyndz Lane (membri dei Miss Piggy’s e organizzatori del contest) sono grandissimi tifosi.
Osservare un inglese guardare la partita della squadra che ama è un”esperienza, e lo dico da tifoso.
Purtroppo per Scott, il Liverpool non ce l’ha fatta, ma noi ricorderemo la gioia nei loro occhi al gol del momentaneo 1 a 1.
Il giorno successivo in una gara doppia è sempre speciale. Hai la possibilità di apporre delle correzioni dove serve o confermare quanto hai fatto se sei contento o se i giudici ti hanno premiato.
Alla consegna dell’ultimo box, però, non siamo del tutto soddisfatti. Le preparazioni buone sono rimaste buone ma non siamo riusciti ad addrizare il tiro sulle preparazioni ancora indietro.
Ci aspettiamo call su pork e brisket, per cui non ci stupiamo quando chicken e ribs passano senza sentire il nostro nome.
Al momento del pork facciamo in tempo a constatare la prova costante di White Squirrel (un primo e due terzi posti nelle prime tre categorie) prima di sentire dalla splendida voce di Scott “second place pork: Bros hog!”.
Siamo felicissimi non solo per il risultato in sè, comunque stratosferico in un contest con 34 team di questo livello,ma per la costanza con cui arriva. È ormai dalla fine della scorsa stagione che il pork continua a migliorare, e quest’anno ha già in cascina 5 chiamate su 8 in top five con la ciliegina sulla torta del 180 a Noventa di Piave.
Tornando al Brew’n’q, manca ancora il brisket ma anche questa volta rimane fuori dalle calls arrivando dodicesimo, il posto dove probabilmente meritava di stare considerando qualche piccolo errore da parte mia che in contest a questo livello non ci si può permettere.
Terminiamo il nostro Brew’n’Q con un nono posto overall, un risultato in linea con quello che siamo oggi, un risultato che ci soddisfa e ci spinge a continuare a lavorare per migliorare.
Vediamo trionfare il GC Bunch of Swines (si, loro e iQ sono come Real Madrid e Barcellona), un RGC di Southern Dutch con ben 4 call, ed un terzo posto di White Squirrel che sembra davvero riduttivo dopo le prime 3 calls.
Nei primi anni ci hanno trainato le ribs di Ale, il 2017 è stato l’anno del brisket, questo è l’anno del pork.
Sembrerebbe facile dire “vabbè, ma fate le ribs del 2015, il chicken del 2016, il brisket del 2017 e il pork del 2018”.
Già, troppo facile.
Il livello si alza in maniera esponenziale ogni anno, ed oggi le cose che hanno vinto due anni fa non prenderebbero una call.
Se non si è capaci di cambiare costantemente e rapidamente, si resta indietro come molti team “storici” che negli anni retrocedono fino a decidere di smettere.
Questo “sport” prevede che si debba sempre cambiare e migliorare, non ci sono alternative.
L’ideale sarebbe farlo a casa, durante i test, ma la realtà è che le difficoltà di tempo e di soldi fanno si che spesso ci si ritrovi a testare in gara, che tutto sommato è l’unico momento dove si può ricevere un risultato oggettivo dai giudici.
Noi siamo estremamente soddisfatti del nostro percorso, perchè sappiamo da dove parte e dove ci deve portare, e non vediamo l’ora di buttarci a capofitto nella nostra terza back to back in un mese: Italian Hardcore Barbecue 2018!
Grazie ai nostri sponsor Napoleon Grills, Eurofokus, Macellerie Dal Lago, Oh My Rub!, Grillgold, ed agli amici di Jubatti per averci fornito le ribs ed i buonissimi arrosticini!
#wearebroshog